Legge Regionale 26/1991: la diaria giornaliera

Legge Regionale 26/1991: la diaria giornaliera

La nostra quarta “chiacchierata” sulla corretta interpretazione degli articoli della L.R. 26/1991 tratterà l’argomento della diaria giornaliera, che spetta per legge a chi è costretto ad affrontare un ricovero extra regione unitamente al rimborso del viaggio, andata/ritorno, per raggiungere la struttura ospedaliera.

Come sempre, è doveroso leggere l’articolo che tratta questo argomento, cioè l’art. 24 che al comma 2 recita: “il contributo è concesso in forma di diaria giornaliera determinata in lire 60.000 (ad oggi 90.00€) ed in lire 90.000 per l’estero (ad oggi 120.00€)”. Il contributo è FORFETTARIO, non è quindi obbligatorio presentare, alla ASL di appartenenza, pezze giustificative come la fattura dell’albergo o gli scontrini dei pasti che si consumano. Precisiamo ciò, in quanto alcune ASL, poche per fortuna, ignorando questo aspetto, pretendono dai pazienti scontrini e ricevute, creando ulteriori inutili disagi agli assistiti.

Come si calcola la diaria? È legata, indubbiamente, alle prestazioni che il nostro paziente dovrà effettuare: se l’assistito è in ricovero ordinario, essendo a totale carico della struttura extra regione, non percepirà alcuna diaria giornaliera, diverso sarà per l’eventuale accompagnatore che, pagando i pasti e facendo ritorno alla sera al proprio albergo, percepirà la diaria completa di 90,00 €. Se il nostro paziente effettuerà, invece, un ricovero in DH, entrambi percepiranno la diaria giornaliera dovendo provvedere ai pasti e all’albergo, quando il paziente verrà dimesso alla sera. La stessa procedura si seguirà per le visite ambulatoriali. Per quanto riguarda i bambini ricoverati la situazione cambia poiché l’accompagnatore di un bimbo pernotterà con lui in ospedale e dovendo effettuare il solo pagamento dei pasti, avrà diritto alla mezza diaria. L’eventuale secondo accompagnatore percepirà invece una diaria giornaliera completa. È doveroso precisare, a questo punto, che la diaria giornaliera verrà corrisposta solo dietro presentazione di apposita dichiarazione dell’ospedale sulla effettiva ed indispensabile necessità della presenza dell’accompagnatore/i. Ovvio che questa dichiarazione è indispensabile anche per il paziente adulto.

Arriviamo ora a parlare di casi, che si presentano più raramente, ma che sono importanti perché hanno dato adito a diversi contenziosi, vinti dagli assistiti. Parliamo dei casi in cui dopo un ricovero per un intervento, particolarmente complesso, il paziente viene dimesso, ma non può rientrare al proprio domicilio in Sardegna. Per le sue precarie condizioni fisiche e dietro richiesta esplicita dell’ospedale, è costretto a soggiornare, nelle vicinanze della stessa struttura, per essere soccorso tempestivamente se si dovessero presentare situazioni tali da compromettere sia il buon esito dell’intervento che la sua stessa vita. Verrà, altresì monitorato, con accessi più o meno frequenti in ospedale. Orbene, in questi casi alcune ASL, non riconoscono la diaria al paziente ed al suo accompagnatore, nonostante la necessità della permanenza in loco sia stata richiesta dalla struttura ospedaliera. In tali situazioni vengono concesse ad entrambi solo le diarie per i giorni in cui si devono recare in ospedale per i controlli di routine. Eppure, questa precauzione disposta dalle stesse strutture ospedaliere, in tanti casi, si è rivelata provvidenziale: diversi pazienti sono stati, dopo la dimissione, ulteriormente ricoverati in urgenza, per poi essere dimessi definitivamente. Questo anche il caso delle puerpere, mamme che portando in grembo un feto con gravi patologie, per la maggior parte cardiopatie congenite o malformazioni conseguenti a malattie rare, vengono trasferite, ad un mese dal parto, negli ospedali pediatrici della penisola e tenute, fino al giorno della nascita del bimbo, in alberghi vicini agli stessi ospedali per essere monitorate e ricoverate se si dovessero verificare parti prematuri o altri problemi impellenti. Anche in questo caso la diaria viene negata per tutto il periodo pre-parto e limitata ai soli accessi per i controlli di routine. Eppure, come tutti sappiamo, una futura mamma, alla fine della gravidanza, tanto più con una complicanza di rischio, non può più utilizzare nessun mezzo di trasporto, né aereo, né nave, per fare ritorno al proprio domicilio in Sardegna, tra una visita e l’altra. Dobbiamo anche ricordare, che tempo addietro questa decisione di trasferire la futura mamma e l’accompagnatore, un mese prima del parto nei pressi della struttura extra regione, non era prevista. Al momento del parto la futura mamma veniva trasferita , con volo umanitario, presso la struttura extra regione, col rischio di perdere sia lei che il nascituro. Inutile soffermarsi a dire che il costo di un volo umanitario era ed è proibitivo, quindi ben venga la decisione adottata ma almeno la diaria deve essere corrisposta per tutto il periodo. I costi degli alberghi e degli appartamenti, nelle grandi città, sono davvero proibitivi e quindi questa, oltre ad essere una decisione forzata dagli eventi, non è, per le spese da affrontare, proprio la stessa cosa che restare a casa propria.

Sarà prezioso l’apporto di chi voglia proporre domande ed osservazioni.

NOI LOTTIAMO PERCHÉ EPISODI COME QUESTI NON SI RIPETANO, PERCHÉ LA LEGGE SIA INTERPRETATA IN MODO GIUSTO ED UGUALE IN OGNI AZIENDA SANITARIA, PERCHÉ AD OGNI CITTADINO VENGANO RICONOSCIUTI I PROPRI DIRITTI INDIPENDENTEMENTE DAL LUOGO DOVE VIVE E QUESTO CONTINUEREMO A FARE FINO ALLA SOLUZIONE DEI “NOSTRI ” PROBLEMI.